Preoccupanti importazioni di api dall’Italia: Le nostre richieste al Veterinario Cantonale

Per dare seguito al nostro articolo sulle importazioni di api, pubblicato su questo sito il 15 aprile 2024, tre giorni dopo abbiamo scritto al Veterinario Cantonate Dr. Luca Bacciarini attirando la sua attenzione sulle problematiche evidenziate dall'articolo, e formulato due proposte per affrontare le palesi difficoltà che queste importazioni creeranno alle api, in particolare nelle zone già ad alta concentrazione e in quelle dove la densità degli apiari si accrescerà oltre la soglia di danno, sia alle stesse api mellifere che all'entomofauna autoctona.

Nel nostro scritto abbiamo messo in evidenza che tali importazioni sono diventate sempre più frequenti sia per rimpiazzare le colonie decimate durante l'inverno a causa della varroa, sia per l'apertura di nuovi apiari. Abbiamo richiamato l'attenzione sul fatto che questo fenomeno ha implicazioni significative sull'equilibrio ambientale e sulla salute delle colonie locali, specialmente quando le nuove colonie non sono geneticamente adatte al clima e all'ambiente specifico del Ticino.

Con riferimento al nostro articolo, abbiamo ricordato gli effetti negativi delle concentrazioni eccessive di colonie, mettendo in luce come la competizione per le risorse alimentari possa indebolire le difese immunitarie delle api e influire negativamente sul loro benessere a lungo termine. Inoltre, abbiamo sottolineato che la presenza di colonie non adattate geneticamente può creare problemi aggiuntivi, compromettendo ulteriormente la resilienza delle popolazioni di api locali.

Abbiamo proposto due azioni specifiche per affrontare questa situazione. In primo luogo, abbiamo suggerito la realizzazione di una mappa della densità delle colonie di api nel Canton Ticino, al fine di monitorare l'impatto delle nuove importazioni e identificare le aree con concentrazioni elevate di colonie. Questa mappa sarebbe uno strumento prezioso per valutare la situazione e adottare misure correttive, se necessario. Inoltre, abbiamo evidenziato che tale mappa potrebbe svolgere un ruolo dissuasivo nei confronti degli apicoltori che incautamente desiderassero aggiungere ulteriori colonie in aree già sovraffollate, contribuendo così a distribuire in modo più equilibrato le colonie sul territorio.

In secondo luogo, abbiamo proposto un intervento specifico per mitigare i danni legati alla facilitazione della diffusione della Varroa in seguito all'accresciuta concentrazione di colonie. Riteniamo che sia essenziale educare gli apicoltori sulla gestione efficace della varroa. Tuttavia, uno dei principali ostacoli è la varietà di metodi e dosaggi dei farmaci disponibili sul mercato. Questa varietà può confondere gli apicoltori meno esperti, che potrebbero scegliere trattamenti apparentemente equivalenti senza rendersi conto delle significative differenze di efficacia tra di essi. In particolare, è necessario aggiornare i protocolli raccomandati agli standard stabiliti dalle ricerche scientifiche internazionali. Pertanto, riteniamo fondamentale fornire agli apicoltori informazioni chiare e dettagliate sui diversi metodi disponibili, con le indicazioni sull'efficacia di ciascun trattamento. Quest'ultima caratterizzazione (già l'avevamo tentata) non è banale, in quanto nella letteratura non è sempre trasparente a quali concentrazioni ci si riferisca (ad esempio, peso/peso o peso/volume, acido ossalico diidrato oppure anidro, ecc.). Abbiamo dunque chiesto un aiuto tecnico specifico per poter completare e rendere facilmente accessibile agli apicoltori una tabella comparativa che permetta di scegliere i trattamenti più efficaci. Confidiamo che in questo modo agli apicoltori avranno gli strumenti utili per prendere decisioni informate sulla gestione della varroa, contribuendo così a preservare la salute delle colonie di api nel Canton Ticino e oltre.

 Non abbiamo ancora ricevuto una risposta ufficiale, ma sappiamo che si sta seriamente ragionando sulle nostre proposte.

 

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