Di cosa si nutrono Varroa e Tropilaelaps?

Ha fatto scalpore, nel 2019, la pubblicazione di un articolo che riassume la tesi di dottorato di Samuel Ramsey nella quale l'autore ha determinato che la Varroa non si ciba di emolinfa, come si credeva generalmente, ma del corpo grasso delle api adulte. Questa scoperta è basata sulla coincidenza dell'impronta della bocca dell'acaro con le ferite rilevate sul corpo grasso delle api, ripresi da un microscopio elettronico (Ramsey e altri, 2019) Questa scoperta è importante perché chiarisce diverse cose sul comportamento delle varroe e sulle conseguenze della loro presenza. Innanzitutto il termine 'foretico'. La nozione di 'fase foretica' era precedentemente usata per descrivere il periodo in cui la varroa sta sull'ape adulta e suggeriva che la varroa usasse l'ape solo per farsi trasportare nelle vicinanze di una cella adatta per il successivo ciclo riproduttivo dell'acaro. Questo termine, però, è inadeguato, in quanto la varroa approfitta anche dell'ospite per nutrirsi e ricaricarsi. In secondo luogo, il corpo grasso è una parte particolarmente delicata dell'ape, in quanto è l'equivalente del nostro fegato: tra le altre cose, determina la risposta immunitaria dell'insetto, così che le ferite riducono l'efficacia di quest'ultima.

Tuttavia, il lavoro di Ramsey analizzava le varroe sulle api adulte, ma non la fase riproduttiva. Uno studio recente di un gruppo di ricercatori cinesi e canadesi (Bin e altri, 2024) si sofferma invece su quest'ultima, studiando le abitudini alimentari sia della Varroa che dell'altro acaro ectoparassita di cui sentiremo sempre più parlare, la Tropilaelaps (arrivato recentemente in Europa occidentale). Il corpo delle larve e pre-pupe d'ape non è identico a quello dell'adulto: mentre nelle api adulte il corpo grasso è concentrato in uno strato di tessuto immediatamente sotto la cuticola addominale, ed è dunque raggiungibile passando tra i tergiti delle api (non a caso le varroe sono piatte!), nelle pupe in metamorfosi il corpo grasso è diffuso nelle cavità del corpo piene di emolinfa. Gli autori, tramite una serie di esperimenti, mostrano che nella fase riproduttiva sia la Varroa che la Tropilaelaps —che, come gli apicoltori sanno, avviene nelle celle che contengono le pupe in metamorfosi— si nutrono principalmente di emolinfa. Gli autori sono giunti a questo risultato 1) usando diversi coloranti che si legano a materia grassa (presente nel corpo grasso) e a materia idrosolubile (emolinfa) e cercandone poi traccia nelle varroe (la stessa tecnica usata da Ramsey); e 2) esaminando le proteine trovate nelle varroe in fase dispersiva e in fase riproduttiva, constatando che sono diverse, le prime riconducibili al corpo grasso e le seconde all'emolinfa. La conclusione è che si conferma la conclusione di Ramsey riguardo alle abitudini alimentari delle varroe sulle api adulte, ma che che la dieta delle varroe in fase riproduttiva è più simile a quella degli stadi giovanili dell'acaro e diversa da quella dell'adulto in fase dispersiva. Il corpo grasso dell'ape è molto più nutriente dell'emolinfa; durante la fase riproduttiva, la varroa è al riparo nella cella e non ha bisogno di molto nutrimento per difendersi; al contrario, quando è sulle api deve essere più in forze per fronteggiare possibili attacchi (grooming), e trova dunque una dieta adatta modificando le proprie abitudini alimentari.

Per quanto riguarda la Tropilaelaps, il cui ciclo riproduttivo è molto più veloce di quello della varroa, si sa che l'acaro parassitizza unicamente le pupe delle api: la loro fase dispersiva è molto breve (1.3 giorni, contro i 4-11 giorni della varroa), e anche l'adulta, se ha bisogno di nutrirsi tra un ciclo riproduttivo e l'altro, attacca temporaneamente una larva in una cella aperta. La Tropilaelaps non ha un apparato boccale che le permetta di attaccare il corpo grasso dell'ape, ma compensa riducendo al minimo la fase dispersiva e standosene al riparo nelle celle, dunque con bisogni nutrizionali ridotti.

 

Riferimenti bibliografici

Bin Han, J. Wu, Q.  Wei, F. Liu, L. Cui, O. Rueppell e S.  Xu (2024), Life-history stage determines the diet of ectoparasitic mites on their honey bee hosts, Nature communications, gennaio 2024. [v. anche il video Honey bee study shows what Varroa mite  needs to survive in cui uno degli autori, Olav Ruppel, espone e discute la ricerca)

S. D. Ramsey e altri (2019), Varroa destructor feeds primarily on honey bee fat body tissue and not hemolymph. Proc. Natl. Acad. Sci. USA 116, 1792–1801. [v. anche il video  Varroa feed on Fat Body, in cui Ramsey spiega la genesi e i risultati della sua ricerca)

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