Qualche suggerimento su come fotografare le api selvatiche
Fotografare le api non è semplicissimo: spesso, soprattutto quando visitano fiori piccoli rispetto al loro corpo, si spostano da un fiore all'altro dopo pochissimi secondi, prima ancora che il fiore abbia finito di oscillare. Può dunque essere utile qualche suggerimento (senza troppe pretese tecniche) per facilitare le riprese
Conoscere il proprio soggetto
Prima di mettersi a scattare foto, conviene dedicare un po' di tempo all'osservazione del tipo di insetti che si vogliono fotografare e del loro comportamento. Le api —in particolare nelle ore calde del giorno— tendono a muoversi in modo piuttosto frenetico, passando rapidamente da fiore a fiore. Seguendole con l'obiettivo finirete sicuramente per essere in ritardo ad ogni scatto. Molto meglio cercare di capire come si comportano, e anticiparle —per esempio, aspettandole su un tipo di fiore che sembrano gradire. Spesso specie diverse di api hanno preferenze florali diverse tra loro: a volte si cibano esclusivamente di una sola specie (in particolare per quanto riguarda la raccolta del polline) o di poche specie; le comuni api mellifere hanno una spiccata preferenza florale: con l'eccezione delle esploratrici, cioè delle api che si dedicano alla ricerca di nuove fonti di cibo per la colonia, ciascuna ape operaia si dedica esclusivamente a una specie; altre api (i bombi, in particolare) sono invece generalisti, e passano da un tipo di fiore all'altro.
Bisogna aver paura?
Le api in cerca di cibo non sono per nulla aggressive: hanno ben altro da fare che non occuparsi di voi. Possono dunque essere avvicinate senza timore: se non si cerca di toccarle, la probabilità di essere punti è minima. Attenzione però se si è nei paraggi del nido, in particolare nel caso delle api mellifere.
Distinguere le api dalle vespe e dagli imitatori
Api e vespe appartengono entrambi all'ordine degli imenotteri, e non stupisce dunque che si assomiglino tra loro. Le vespe adulte si cibano di zuccheri, e possono talvolta essere viste sui fiori in compagnia delle api. Alcune, poi, catturano api o raccolgono api morte come fonte di proteine per le larve, e frequentano dunque il medesimo ambiente. Le larve delle api, invece, sono nutrite col polline che le api raccolgono dai fiori. La caratteristica principale che distingue le api dalle vespe sono i peli: le api li usano per raccogliere il polline (attratto da cariche elettrostatiche), mentre le vespe non ne hanno bisogno e sono dunque piuttosto glabre e il loro corpo appare lucente. Un'eccezione sono le api cuculo, che come l'uccello da cui prendono il nome non preparano il loro nido ma depongono le uova in quello di altre api; non dovendosi preoccupare di raccogliere il polline, non hanno bisogno di peli.
La vespa (sinistra) è praticamente priva di peli, mentre l'ape (destra) ha testa, torace, zampe e addome (in misura minore) ricoperti di peli
Alcuni insetti si sono specializzati nell'imitazione di api e vespe come deterrente per i predatori, e bisogna dire che alcuni di questi mimetismi batesiani sono riusciti benissimo. I maestri del genere sono i ditteri (mosche) della famiglia dei sirfidi: gli adulti si nutrono di nettare e altre sostanze zuccherine, e condividono dunque con le api sia la presenza sui fiori che il ruolo di impollinatori. Le larve dei sirfidi, invece, si cibano di afidi o di detriti vegetali. Anche i sirfidi, dunque, non hanno necessariamente bisogno di peli per la raccolta del polline, anche se quelli specializzati nell'imitazione delle api ne hanno, mentre quelli specializzati nell'imitazione delle vespe sono lucenti come queste ultime.
Per distinguere le api dagli altri insetti con cui possono essere confuse bisogna prestare attenzione alle seguenti caratteristiche:
- Se portano polline, in palline trasportate in appositi cestelli (corbicole) sul lato esterno delle zampe posteriori oppure nella 'scopa' sotto l'addome, si tratta certamente di api. Non necessariamente, però, la api portano polline: alcune possono aver appena scaricato il polline nel nido oppure stanno raccogliendo nettare, oppure ancora potrebbe trattarsi di maschi che non ne raccolgono attivamente, quind l'assenza di polline non esclude che si tratti di api.
polline raccolto sulle zampe e sotto l'addome
- Api e vespe, come tutti gli imenotteri, hanno due paia di ali (solitamente tenute unite), mentre i sirfidi, come tutte le mosche, ne hanno un solo paio. La differenza è visibile al punto di attaccamento sul torace.
- Le vespe sociali, quando sono a riposo tengono le ali allungate sul fianco, mentre le ap le tengono più sul lato dorsale.
- Api e vespe hanno antenne piuttosto lunghe (i maschi più lunghe delle femmine della medesima specie), mentre le mosche hanno antenne molto più corte e tozze, di forma simile a una clava.
un'ape (a destra, con le antenne lunghe) e una mosca (a sinistram con antenne tozze e un solo paio di ali)
- Api e vespe hanno occhi allungati verso il basso e distanziati tra loro, mentre i sirfidi li hanno più grandi e tondeggianti, molto vicini tra loro o a volte quasi combacianti. Api e vespe sono anche dotate di 3 ocelli a triangolo sulla fronte, ben visibili nelle vespe mentre nelle api solitamente sono nascoste tra i peli; i sirfidi non ne sono dotati.
- I sirfidi hanno spesso un addome piatto mentre le api l'hanno generalmente più rotondo
- il volo: le api tendono ad avere un volo ondulato, mentre le vespe (in particolare se in predazione) tendono ad andare dritte verso il loro obiettivo. A volte hanno una forma di volo stazionario o lento quando sono vicine alla preda (calabrone Europeo) o se praticano caccia di attesa (Vespa velutina, o calabrone asiatico dalle zampe gialle). I sirfidi usano molto spesso un volo stazionario (da cui il nome inglese hoverflies).
Attrezzatura
Ovviamente ciascuno ha la propria attezzatura fotografica preferita. I link riportati sotto formulano dei suggerimenti. Dal punto di vista tecnico, l'ideale sembrerebbe utilizzare un obiettivo macro da 100-200 mm. Chi ha la passione della fotografia leggerà ovviamente molti blog e avrà idee più precise su come procedere.
Tuttavia sono molto diffusi smartphone e fotocamere compatte che fanno un lavoro dignitoso, specialmente se dispongono di un settaggio 'macro' (solitamente indicato con il simbolo di un fiore) o supermacro. Per scopi di documentazione, ma anche per fare delle belle foto, sono più che sufficienti.
È utile la possibilità di fotografare in continuo, in modo da aumentare la probabilità che qualche immagine sia soddisfacentemente ferma e a fuoco.
Suggerimenti per facilitare il riconoscimento del soggetto
Le api selvatiche sono (con qualche eccezione) difficili da riconoscere a partire da fotografie. Spesso per determinare la specie o anche il genere è necessario avere in mano un esemplare e smontarlo. Tuttavia si può facilitare il lavoro di riconoscimento con degli accorgimenti:
- riprendere il soggetto da vicino per cogliere più dettagli possibile;
- usare foto ad alta risoluzione che permettano di ingrandire l'immagine senza sgranarla;
- tra i caratteri che permettono di identificare le api, e che dunque sarebbe utile riprendere da diversi angoli, vi sono:
- la faccia (sia i colori che la struttura);
- le nervature delle ali (venulazione). Possibilmente riprendere il soggetto con le ali aperte;
- le zampe.
- Può aiutare magari anche riprendere un video, dal quale poi si possono estrarre diverse istantanee
- con gli smartphones, tenere l'apparecchio in orizzontale, aumenta la risoluzione
- Includere nella foto qualcosa che permetta di stimare la dimensione dell'ape; il fiore spesso può bastare.
Suggerimenti sparsi (e senza troppe pretese tecniche) per migliorare la qualità fotografica:
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fotografare nelle ore del primo mattino e poco prima del tramonto sera, evitando le ore più calde del giorno —sia perché al caldo le api si muovono più rapidamente che perché la luce è troppo dura, mentre mattino e sera è più diffusa e soffice.
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Usare un flash per ridurre il tempo di esposizione e compensare le ombre.
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Non seguire l'ape, ma aspettarla su un fiore. Si possono usare treppiedi e filo di ferro per impedire le oscillazioni del fiore (anche se alcuni non concordano sull'utilità del treppiedi). Evitare i giorni/momenti di vento
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Utile impiegare un cartoncino bianco per fare da sfondo e/o per riflettere la luce, in modo da ammorbidire le ombre se si opera nelle ore centrali del giorno
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Sfocare lo sfondo riducendo la profondità di campo
- Alcuni suggeriscono di catturare le api e metterle in frigo per qualche minuto al fine di rallentarne il movimento; ma i puristi aborriscono questa tecnica.
Sitografia
Indicazioni di Beewatching.it su cosa fotografare per facilitare il riconoscimento delle api dalla foto: Come fotografare un'ape. Indicazioni analoghe dell'osservatorio dei bombi Bumblebee watch americano: Tips for photografying bees.
Come scattare foto straordinarie di api (articolo su Canon.it)
Alan Adler, How to photograph bees (articolo per cameralabs.com. Qui una traduzione/parafrasi spacciata per articolo originale)
Rusty Burlew, How I photograph bees (Honey bee suite blog). L'autrice non è una fotografa professionista, ma un'articolista e blogger su cose di api che illustra con proprie foto. Suggerimenti di buon senso basati sulla conoscenza delle api.
Camera and lens options for bee photography (Photofocus)
Tim Barnes, Bee photography tips.
Nicole Young, How to photograph bees.
Jose Madrigal, How to photograph bees.