Come si effettua il conteggio della varroa tramite il lavaggio con alcool

 

Il metodo più affidabile per il conteggio della varroa è quello del lavaggio con alcool (v. discussione più avanti): consiste nel prelevare un campione di circa 300 api nutrici, immergerle in una retina entro un recipente con dell'alcool, agitare; muiono sia le api che le varroe, queste utime si staccano, cadono attraverso la rete, e possono essere contate. Nell'ambito del nostro progetto di monitoraggio della varroa e dell'indagine sull'efficacia dei trattamenti abbiamo prepararto un protocollo da seguire nella raccolta dei dati e un breve filmato dimostrativo.

Cominciamo da quest'ultimo per illustrare la tecnica:

 

 

Protocollo conteggio varroa

È importante seguire che i partecipanti al test seguano esattamente il protocollo, il cui scopo è di standardizzare la procedura e assicurarsi che tutti impieghino il medesimo materiale, in modo che i risultati siano confrontabili.

Descrizione generale

Si effettuano 3 test di lavaggio con alcool: uno prima del trattamento estivo, uno dopo  il trattamento estivo, e uno prima del trattamento invernale, su almeno 10 arnie per apiario (o tutte le colonie se l’apiario ha meno di 10 arnie) scelte a caso. Si prelevano circa 300 api nutrici, si effettua il lavaggio con alcool tramite Varroa Easy Check (VEC), si annotano i risultati, che sono poi valutati congiuntamente.

Materiale

  • VEC (fornito)        799053599 max
  • Misurino per raccogliere il campione di api (un bucchierino da bianchino: fornito)
  • Alcool 95%, circa 4 dl ogni 3-4 lavaggi (fornito)
  • 1 colino a maglia fine per filtrare le varroe (vanno bene anche filtri da caffè)
  • 1 contenitore (misurino o vaso di vetro) per travasarvi l’alcool dopo il lavaggio

1. Data dei test

I test vanno effettuati quando la varroa è distribuita normalmente, cioè quado c’è una normale covata nell’arnia (non, dunque, durante blocchi di covata).

Primo test: 25 giorni circa prima del trattamento. Per chi ingabbia, questo coincide col momento dell’ingabbiamento. Per chi usa il formico o altri metodi, stimare approssimativamente la data in cui verrà effettuato il trattamento e calcolare all’indietro.

Secondo test: 2-3 settimane dopo la fine del trattamento, quando la covata torna al suo ritmo normale: per chi usa il formico o altri metodi, si intende 2-3 settimane dopo la rimozione dell’agente trattante

Terzo test: subito prima del trattamento invernale

2. Scelta del campione di colonie:

Le arnie da trattare devono essere scelte casualmente nell’apiario tra le colonie. La scelta va predeterminata tramite l’estrazione di numeri casuali, per esempio usando i numeri della tombola, foglietti numerati, o un generatore di numeri casuali.

Attenzione: non includere i nuclei nel campione 

Una volta scelto il campione, rimarrà il medesimo per le 3 prove. Se una colonia dovesse morire per qualsiasi ragione, se ne estrae a sorte un’altra

3. Prelievo di api

Poiché le varroe stanno preferenzialmente sulle api nutrici, quando c’è covata si analizzano queste ultime.

Per l’estate, il prelievo viene effettuato dai telai centrali, dove c’è un misto di covata aperta e covata opercolata. Usare preferibilmente più di un telaio. Ci si assicura che non ci sia la regina. Si scrollano le api in un catino. Le bottinatrici presenti volano subito fuori, dopo pochi secondi restano solo le nutrici. Si riempie, raso, il contenitore fornito.

Per il prelievo autunnale, seguiranno istruzioni.

4. Lavaggio

Le api si versano nel VEC, dove era stato precedentemente messo l’alcool. Si chiude fermamente il VEC e si agita vigorosamente per 45 secondi per staccare le varroe dalle api, poi si continua ad agitare con movimento rotatorio per altri 15 secondi,[1] in modo da centrifugare le varroe al di là della retina che contiene le api. Si lascia decantare. Si buttano le api, e sul fondo si possono contare le varroe.

Si filtra l’alcool, che è così pronto per essere riutilizzato per il prossimo lavaggio.

5. Annotazione del risultato

I risultati, suddivisi per apiario, devono contenere i seguenti alementi:

Dati generali:

  • Nome dell’apicoltore:
  • recapito (email e/o telefono)
  • Località dove è ubicato l'apiario:
  • n° di colonie nell'apiario
  • altezza s.m.:
  • Descrizione esatta dei trattamenti: tipo di acaricida, metodo di applicazione, dosaggio, prodotto impiegato
  • Osservazioni (qualsiasi cosa possa influenzare il risultato del test —p.es., morte di una colonia, orfanità ecc.):

Dati specifici per ciascuna arnia:

  • identificativo della colonia
  • n° di varroe rinvenute col primo lavaggio
  • data del primo lavaggio
  • modalità di trattamento estivo
  • data del trattamento estivo
  • caduta di varroe durante (per chi usa formico) o al termine del primo trattamento (N.B.: usare carta oleata, e specificare se ci sono formiche in grado di asportare varroe nonostante la carta oleata). Per chi usa acido ossalico: conteggio a 48h dal trattamento (per chi ha molte formiche: effettuare un conteggio intermedio a 24h).
  • n° di varroe rinvenute col 2° lavaggio
  • data del secondo lavaggio
  • n° di varroe rinvenute col 3° lavaggio
  • data del terzo lavaggio
  • modalità di trattamento invernale
  • caduta di varroe dopo il trattamento invernale

I dati individuali saranno trattati in modo assolutamente confidenziale e non saranno distribuiti per nessuna ragione; Tuttavia, è bene indicare il nome del partecipante in caso di necessità di chiarimenti.

 

Confronto tra efficacia dell'alcool e dello zucchero a velo

Durante la dimostrazione della tecnica del lavaggio con alcool si è fatto un paragone con il metodo dello zucchero a velo per confrontarne l'efficacia. Dalle medesime api (provenienti, per scrollamento in un catino, da due telai della medesima arnia) da cui è stato prelevato il campione per il conteggio con l'alcool è stato prelevato anche un campione della stessa dimensione per conteggiarne le varroe tramite il metodo dello zucchero a velo.

Il lavaggio con alcool uccide api e varroe, e quindi provoca una certa ripugnanza tra gli apicoltori. Lo zucchero a velo, invece, stacca le varroe ancora vive e non uccide (immediatamente, almeno) le api, che possono essere rimesse nel loro nido. Da questo punto di vista, il metodo dello zucchero a velo presenta un indubbio vantaggio. Ma hanno la stessa efficacia?

Come si vede dal filmato, l'esito del test con l'alcool è stata una caduta di 25 varroe, su un campione del volume di 120 ml. Effettuato il test con lo zucchero a velo, sono cadute 15 varroe. Abbiamo poi applicato il lavaggio con alcool alle api già trattate con lo zucchero a velo. Risultato: l'alcool ha staccato e fatto cadere altre 10 varroe, per un totale di 25, esattamente come nell'altro campione

Il metodo dello zucchero a velo, dunque, non ha saputo dare la dimensione esatta del grado di infestazione. Anche se ciò basta a sollevare un sospetto, naturalmente un solo test non permette di trarre delle conclusioni statisticamente solide. In letteratura, comunque, ci sono diversi confronti effettuati su numeri ben più consistenti. Uno degli studi più recenti, per esempio, giunge alla conclusione che lo zucchero a velo riesca a recuperare mediamente il 75% delle varroe che cadono con il metodo dell'alcool (o, più precisamente, dell'acqua saponata: il metodo è equivalente in quanto il principio è esattamente il medesimo, poiché il sapone uccide api e varroe, stacca queste ultime che vengono filtrate e contate), con risultati migliori nel caso di pesanti infestazioni e più erratici nel caso di bassi tassi di infestazione.[2] L'efficacia dipende anche dalle condizioni meteorologiche: in condizioni caldo umide (32°, umidità relativa 76%) non troppo dissimili dalle nostre estati, la percentuale di varroe che cadono con lo zucchero a velo è circa 66%, un tasso molto inferiore a quanto si verifica (94%) in condizioni più fresche e secche (26°, 71%).[3] Il risultato dipende anche dalla granulazione più o meno fine dello zucchero (idem)

 

Riferimenti bibliografici

[1] La certezza del recupero di tutte le varroe si ha impiegando un agitatore meccanico per 30 minuti. L'agitazione manuale per 1 minuto è un compromesso ragionevole. Considerato che il risultato dipende dalla durata dello scuotimento, è importante che tutti i partecipanti seguano esattamente questa tempistica. (v. De Jong, D.; Roma, D.D.A.; Gonçalves, L.S. A Comparative Analysis of Shaking Solutions for the Detection of Varroa Jacobsoni on Adult Honeybees. Apidologie 1982, 13, 297–306)

[2] Rodrigo Díaz, Naomi Durán, and Patricia Aldea-Sánchez, Comparison between effectiveness and sensitivity of the sugar shake method versis the soapy water washing technique to detect phoretic mites of varroa destructorChilean J. Agric. Anim. Sci., ex Agro-Ciencia (2022) 38(1):52-60. Si veda anche l'utile tabella 1 in M. Pietropaoli e altri,  Evaluation of Two Commonly Used Field Tests to Assess Varroa destructor Infestation on Honey Bee (Apis mellifera) Colonies. Appl. Sci. 2021, 11, 4458.                   

 
 
 
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